In questa settimana è tornata alla ribalta della polemica politica la questione Giustizia. Sul tema esistono molte posizioni, spesso in conflitto tra loro. Se si vuole affrontare col giusto equilibrio l’argomento sarebbe utile ragionare con più attenzione su numeri ed effettive proposte. Il nostro Stato nel 2009 dovrà ad esempio pagare 34 milioni di euro a titolo di indennizzo per processi troppo lunghi. Questo succede quando un processo supera quella che viene definita una ragionevole durata, indipendentemente dal suo esito. La Corte Europea dei diritti dell’ uomo condanna ed il governo paga. Nel nostro sistema circa 180.000 processi penali all’ anno si prescrivono, con una spesa ‘a vuoto’ di circa 80 milioni di euro: in altre parole tale esborso non è collegato ad un effettivo espletamento di un servizio a favore dei cittadini.
Da anni si parla di fare una legge che fissi la durata ragionevole del processo. Oggi la maggioranza presenta una proposta in Senato e, invece di entrare nel merito dell’ argomento, l’opposizione parla di legge eversiva, che servirebbe soltanto a salvare il Presidente Berlusconi. Ma che cosa dice concretamente questa proposta di legge? Che un processo deve durare al massimo sei anni, due per il dibattimento di primo grado,due per l’ appello e due per la cassazione. Se non si rispetta il termine, il processo si estingue. Perchè operi questa regola si deve trattare di reati per i quali è prevista una pena inferiore nel massimo a 10 anni e l’ imputato deve essere incensurato. Si sono poi voluti escludere da questa proposta i reati di particolare allarme sociale, inseriti in una lista per i quali la sentenza può arrivare anche in tempi più lunghi, indipendentemente dalla pena prevista. I partiti che definiscono questa riforma uno scandalo presentarono le stesse norme a più riprese nelle passate legislature. L’ Associazione Nazionale Magistrati ed il Consiglio Superiore della Magistratura insorgono, ma in passato avevano taciuto .Questo accade perché la proposta arriva dalla maggioranza che sostiene Berlusconi, arrivasse invece dalla sinistra i problemi scomparirebbero. Nel dibattito politico ciascuno può avere le proprie idee, quella che pero’ non è accettabile è l’ ipocrisia e la sistematica falsificazione della realtà a seconda della convenienza politica. I politici che si comportano in questo modo non fanno un buon servizio alla politica ed alla fine perdono credibilità nei confronti dei cittadini .Quanto agli organismi rappresentativi della magistratura, che con le loro posizioni lasciano scontenti molti magistrati impegnati su tanti fronti difficili,in un sistema normale, dovrebbero essere i primi ad interrogarsi sul perché i processi vadano così a rilento. Ci si lamenta infine della mancanza di risorse, ma si ci si dimentica di dire che il nostro sistema giudiziario costa ogni anno 7,4 miliardi di euro contro, per esempio, i 6,07 della Gran Bretagna.Allora qual’ è il problema?La scarsità delle risorse o una produttività bassa che si traduce in un servizio negato? La verità è che il Paese ha bisogno di riforme , non può più aspettare e tutti dovrebbero essere interessati.
venerdì 27 novembre 2009
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